AfricArcigay
“AfricArcigay” è il primo gruppo autocostituito dai richiedenti asilo LGBT* in Italia all’interno di Arcigay. Il progetto nasce a luglio 2016 su iniziativa dei volontari nigeriani Eghosa Odigie e Charles Ojuko e viene ufficializzato nel settembre dello stesso anno, alla presenza del presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani. Attualmente il gruppo è formato da oltre venti persone fra richiedenti asilo omosessuali e attivisti che, con la supervisione del Comitato territoriale Arcigay Rainbow VVB (Valsesia Vercelli Biella), sono intenzionati a portare avanti una serie di attività fondamentali: sostegno ai richiedenti asilo politico vittime di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’ identità di genere, facilitare l’iter burocratico per ottenere il permesso di soggiorno a persone LGBT* provenienti da paesi apertamente omo/transfobici, collaborare in questo senso con prefetture, amministrazioni locali e avvocature.
I volontari di Arcigay Rainbow VVB insieme ad AfricArcigay hanno inoltre organizzato un ciclo di incontri nei Centri di Accoglienza, con il duplice intento di formare gli operatori e coordinatori su come seguire al meglio le persone LGBT* nel loro iter giuridico, e di sensibilizzare gli ospiti stranieri affinché a lungo termine capiscano l’inquadramento sociale delle persone LGBT* in Europa.
I membri di AfricArcigay che decidono di dichiararsi apertamente omosessuali di fronte ai connazionali ospiti dei Centri di Accoglienza, compiono un gesto di esposizione personale cruciale: seminano libertà e rispetto.
L’omosessualità è un reato perseguito in 37 paesi del continente africano e molte persone subiscono gravi abusi dei diritti umani e altre forme di persecuzione a causa del proprio orientamento sessuale e/o della loro identità di genere. Per questo motivo l’UNHCR, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è intervenuta con la pubblicazione di importanti linee guida in materia di protezione internazionale, riconoscendo come motivazioni legittime alla determinazione dello status di rifugiato, il contesto di appartenenza, il fondato timore di persecuzione causato da leggi che sanzionano penalmente relazioni tra persone dello stesso sesso, ma anche la costrizione a nascondere, nel paese di provenienza, il proprio orientamento sessuale o l’identità di genere.
Il 23 Giugno a Roma, presso la sala Aldo Moro della camera dei deputati, una delegazione di AfricArcigay ha partecipato all’incontro sui Migranti, dove Oma Balep, insieme all’attivista Stefania Sanna, ha raccontato la propria esperienza, le attività di formazione e di sensibilizzazione del gruppo e l’importanza che tale attività ha per le future generazioni.
Il dibattito è scarsamente affrontato in Italia. Oma lo sa bene. Scappato dal Camerun per fuggire dalle leggi omofobe di quel paese, conclude l’intervento alla camera con queste parole:
“Siamo qui per chiedere l’aiuto anche per quelli che sono rimasti giù […] Qualche mese fa il presidente del Camerun è venuto qua per firmare alcuni accordi con l’Italia […] Il presidente dell’Italia poteva chiedere al mio presidente di cambiare la legge sull’omofobia. Possono queste persone massacrarci e venire qui e firmare dei contratti?”
Testo di Helena Falabino, Li Gregni Simone e Stefania Sanna
Foto di Li Gregni Simone