Andrea Marcantonio
La tana delle tigri
Roma, 2014
In mezzo al verde riecheggiano le urla di giovani ribelli. Una grande massa nera tra la vegetazione, la scritta AREA 19 ed un enorme tricolore che ti accolgono. I bambini giocano alla lotta e scappano come dei lampi e si confondo in mezzo alle sagome e alle ombre di uomini. Le famiglie e i fan tutto ad un tratto si muovono verso la porta che si trova sotto il vessillo nazionale. Arriva il campione con al suo seguito una schiera di fedeli, la folla lo acclama come il più grande dei gladiatori. Fermento dentro l’edificio. Si entra in un limbo dai suoni ovattati, le narici bruciano per il forte odore di sudore e olio lubrificante, la testa inizia a girare.
Stemmi di diversi gruppi politici si mischiano a quelli sportivi. Dietro le quinte i gladiatori sono pronti, tra chi si riscalda e chi prega c’è chi è in uno stato di totale assenza. Si spengono le luci. Lo speaker detta le regole e l’ordine degli incontri, i lottatori aspettano in silenzio in un angolo. Il pubblico li incita a colpire più forte ma nei loro volti c’è solo il vuoto.
“Quelli del fight club non sono quelli del mondo reale. Anche se tu dicessi al ragazzo della copisteria che è un combattente fenomenale, non parleresti alla stessa persona.”
(Fight Club – Chuck Palahniuk)